Note a margine del XLIII Congresso SIFO

Arturo Cavaliere

Presidente SIFO

presidente@sifoweb.it

Si è da poco concluso il nostro 43° Congresso nazionale, un evento a cui hanno partecipato oltre 2500 persone e che è stato attraversato dall’emozione di un anniversario, quello dei 70 anni dalla costituzione della nostra Società scientifica. Il 14 giugno del 1952 infatti nasceva SIFO grazie all’iniziativa dei fondatori e del suo primo presidente, Plinio Uccelli. Quei padri fondatori avevano l’obiettivo dichiarato di migliorare la qualità dell’assistenza delle cure, attraverso una puntuale e competente governance del farmaco: posso dire che in sette decenni SIFO non è mai venuta meno a quell’obiettivo, uno scopo irrinunciabile che ancora oggi è parte della nostra mission.

Il Congresso 2022 – fedele a questa tradizione, ma capace di condurne gli orizzonti verso un futuro tutto da scrivere insieme – ha visto altissima qualità delle comunicazioni e del dibattito, con oltre 280 relatori che si sono alternati al microfono di un evento che ha visto il succedersi di 10 main session e 46 sessioni parallele, con presenze istituzionali e di governance che hanno registrato tra gli altri gli interventi dell’on. Marcello Gemmato (poi nominato sottosegretario alla salute) e Andrea Mandelli (Presidente FOFI), di Nicola Magrini (Direttore generale AIFA) e Vincenzo Mantoan (Direttore generale AGENAS), di Giovanna Scroccaro (past-president SIFO, CPR-AIFA) e Marco Cossolo (Federfarma), di Marcello Cattani (Presidente Farmindustria) e Massimiliano Rocchi (Egualia). Proprio Gemmato ha dichiarato durante la sessione inaugurale che i farmacisti ospedalieri in questi anni «hanno contribuito a radicare la sanità nel territorio e nella prossimità. Ora bisogna rafforzare questa rete: credo che momenti come questo vostro Congresso siano importanti per dare una linea di orizzonte alla operatività di questa importante “classe professionale”. Una categoria professionale a cui è stato affidato il bene a più alto valore in quel momento drammatico, il vaccino SARS-CoV-2 gestendo 87% delle dosi somministrate».

Parole e linee di azione che ci confermano non solo nel presente della nostra attività, ma anche nello sguardo sul futuro: è per questo sforzo prospettico che abbiamo voluto proporre un Congresso con il titolo “valoriale” che ha suggerito “Clinica, Etica, Managerialità” come temi fondativi della sanità del futuro. L’abbiamo sottolineato più volte a Bologna: la nostra professione si basa sulla cultura di un umanesimo che mette al centro di ogni attenzione la “cura dell’altro”. E lo fa ponendo a disposizione di pazienti, cittadini, istituzioni e centri del Servizio Sanitario Nazionale la massima competenza, radicata nell’etica, confermata in un approccio clinico e sostenuta da una robusta managerialità.

La storia della SIFO, di cui andiamo orgogliosi, è la vicenda di una trasformazione professionale, di una crescita continua: siamo passati dalla gestione del magazzino farmaceutico per arrivare alla governance dei processi di logistica aziendale integrati, agli armadi robotizzati di reparto basati su tecnologie di radio frequency identification, ed alla somministrazione della monodose al letto del paziente con traccia digitale del percorso che va dalla prescrizione alla dispensazione. Sembra il futuro, e invece è il presente della nostra professione.

E le prossime sfide? Su cosa SIFO si sta impegnando? Le sfide sono molteplici: quelle di aumentare la capacità distributiva sul territorio attraverso i nuovi punti qualificati previsti dal DM77, attraverso la sapiente cabina di regia del Farmacista all’interno delle COT per rendere concreto il concetto di “domicilio quale primo luogo di cura” che ci porta ad esempio a sviluppare il canale distributivo dell’Home Delivery SIFO a cui potrebbe linkarsi sul territorio la Farmacia dei Servizi; la sfida di trovare una via equa e sostenibile per la gestione dei farmaci ad alta tecnologia attraverso la ridefinizione congiunta di tutta la categoria dei tre processi distributivi; la sfida della formazione su Terapie Avanzate - Cart T e Geniche, sui Molecolar Tumor Board, sui test genetici e sull’ambito dei diagnostici in vitro; la sfida del farmacista di ricerca come interlocutore e membro dei Comitati etici e come sperimentatore in prima persona; la sfida del ruolo del farmacista ospedaliero nelle gare d’appalto e nella ricerca clinica; la sfida della ridefinizione della logistica territoriale. Questi sono i macro-temi su cui siamo concentrati e su cui il Congresso ha offerto approfondimenti di enorme interesse.

In ultima analisi credo che siano due i veri pilastri su cui stiamo costruendo la nuova dimensione della SIFO, piattaforma di sostegno di tutto il nostro agire. Il primo è la sua identità: il farmacista ospedaliero è ormai il connettore dei vari setting e delle varie professionalità coinvolte nella riforma del SSN e nella riformulazione territoriale dell’assistenza sanitaria. Il secondo è la qualità delle sue relazioni: il farmacista ospedaliero e dei servizi farmaceutici territoriali grazie all’intenso lavoro svolto in pochi mesi da questo consiglio direttivo oggi è in stretto rapporto con le Istituzioni e le Agenzie nazionali (in particolare con AIFA e AGENAS, Ministero della Salute). Se sapremo mantenere saldi questi due pilastri fondativi, la “casa comune” SIFO potrà lavorare per un lungo futuro in piena certezza e sicurezza sulle sue prospettive e in grande fedeltà con le sue origini.