Dispositivi medici e la “tempesta perfetta”

Arturo Cavaliere

Presidente SIFO

Se da un lato i dispositivi medici rappresentano una fetta importante dei consumi ospedalieri, pari a circa 5,5 miliardi, quello che potrebbe scatenarsi tra breve è la “tempesta perfetta”: dopo la carenza di farmaci, ora quella dei dispositivi medici (dalle garze agli stent, alle valvole cardiache), che rischiano di non essere più consegnati agli ospedali da un lato a causa dell’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia attribuibili alle tensioni internazionali e dei trasporti, dall’altro per effetto del payback, il meccanismo che impone alle aziende del settore il pagamento di 2,2 miliardi di sforamento della spesa per il periodo 2015-18, più un altro miliardo e 800 milioni per il periodo pandemico che rischia per davvero di far saltare il banco.

L’associazione dei distributori ha denunciato a chiare lettere che, se il governo non troverà una soluzione entro il 30 aprile, data ultima fissata per il pagamento degli sforamenti di spesa, gli strumenti che potrebbero mancare nei nostri ospedali a causa dello stop delle forniture è più che mai nutrito. Sterilizzatori, prodotti per la circolazione extracorporea, ventilatori polmonari per le rianimazioni, protesi ortopediche e cardiache, dispositivi per la dialisi e ferri chirurgici, tanto per citarne alcuni.

Ma già oggi il combinato disposto di caro energia e materie prime, affianco all’incertezza determinata dal payback, inizia a farsi sentire con ritardi sempre più pesanti nelle forniture ospedaliere.

«Da alcuni mesi come Farmacisti Ospedalieri, vere “sentinelle qualificate del SSN”, registriamo ritardi nelle consegne di dispositivi medici per le attività ospedaliere, come i deflussori per le flebo, i circuiti respiratori, le sacche per le urine. Per ora non si tratta di carenza, ovvero di una vera e propria mancanza, bensì di indisponibilità, cioè ritardo anche notevole nelle consegne».

La prima a denunciarlo è stata la Società Italiana di Farmacia Ospedaliera (SIFO) ed abbiamo voluto farlo non per creare allarmismi, ma per essere ancora una volta propositivi nei confronti delle Istituzioni nel chiedere di mappare l’indisponibilità di device, come accade per i farmaci, in modo da attuare tempestivamente misure efficaci in grado di compensare la mancata consegna.

Proprio su quest’ultimo punto si concentra la richiesta di SIFO. Il Ministero della Salute ha già dimostrato interesse alle azioni di monitoraggio utili a tutto il Servizio Sanitario Nazionale includendo SIFO nel tavolo ministeriale delle Carenze dei Farmaci; confidiamo di poter affrontare il problema con un tavolo specifico per prevenire, attraverso degli strumenti operativi, le possibili criticità che porterebbero immaginabili conseguenze.