La Farmacia di comunità nel governo della sicurezza.
Le Linee di indirizzo sugli strumenti per concorrere a ridurre gli errori in terapia farmacologica nell’ambito dei servizi assistenziali erogati dalle Farmacie di comunità

a cura di Susanna Ciampalini
(Comitato Scientifico SIFO. Coordinatore Area Farmacia di Comunità)



Il mutato scenario epidemiologico, l’invecchiamento della popolazione e i cambiamenti degli stili di vita intervenuti negli ultimi anni, hanno trasformato considerevolmente le necessità assistenziali cosicché la Farmacia di comunità si sta proponendo e affermando sempre più come Centro socio sanitario polifunzionale incentrato non solo sulla dispensazione, prestazione professionale riconosciuta dalla normativa vigente, ma soprattutto sul paziente e i suoi bisogni.
Oltre all’erogazione dei servizi tradizionali si stanno diffondendo nuovi servizi la cui piena realizzazione richiede, oltre la prevista impalcatura normativa, l’adeguamento delle tecnologie già presenti, una specifica formazione per tutti i professionisti e una spinta culturale tale da collocare la Farmacia all’interno dei Percorsi di cura sul territorio.
Sull’argomento il Ministero della Salute, in collaborazione con SIFO, FOFI, FNOMCeO e IPASVI, ha elaborato uno specifico Manuale che illustra le Linee di indirizzo sugli strumenti per concorrere a ridurre gli errori in terapia farmacologica nell’ambito dei servizi assistenziali erogati dalle Farmacie di comunità.
Il Manuale evidenzia il ruolo che ha assunto la farmacia di comunità all’interno del Servizio Sanitario Nazionale e che sarà rafforzato alla luce del Decreto legislativo 153/2009 e successivi decreti attuativi. Questo nuovo aspetto assistenziale può essere considerato come la declinazione della Pharmaceutical Care applicata all’ambito territoriale che, come dimostrato in molti Paesi europei, concorre a garantire la continuità assistenziale, ottimizzare le risorse, coinvolgere il paziente nel suo processo di cura favorendo l’alleanza terapeutica con il medico curante e l’aderenza alla terapia.
Su questo specifico aspetto delle cure si è concentrata l’attenzione dell’OMS, che identifica l’aderenza come uno dei pilastri dell’assistenza sanitaria indispensabile per la prevenzione degli errori in terapia; in merito alla problematica il farmacista potrà dare un valido contributo, quale professionista del farmaco, “guidando” il pazienze e i suoi familiari/ caregiver ad un corretta gestione dei farmaci.
Anche per i  “prodotti diversi dai farmaci”, il cui uso è notevolmente aumentato per la crescente propensione a seguire terapie non convenzionali, è fondamentale che il farmacista ne spieghi chiaramente i vantaggi ed i limiti sottolineando come tutti gli interventi per la persona devono inserirsi armonicamente nell’adozione di un corretto stile di vita e non devono interferire con le terapie farmacologiche in atto.
Un altro settore di competenza del farmacista di comunità riguarda le richieste di wellness e fitness da parte di una popolazione sempre più attenta a percepire lo stato di salute come legato al benessere psico-fisico. La cura e l’attenzione verso il proprio corpo ha fatto aumentare palestre e Centri benessere nei quali vengono, spesso, proposti integratori e sostanze coadiuvanti l’attività fisica: risulta, pertanto, necessario ed urgente monitorarne il consumo e gli effetti indesiderati.
Un nuovo ambito che riguarda attualmente la Farmacia di comunità è rappresentato proprio dalla sorveglianza dei prodotti naturali e degli integratori alimentari consigliati dalle professioni, non organizzate in Ordini e Collegi professionali, di cui alla Legge 4 gennaio 2013, n. 4 recante “Disposizioni in materia di nuove professioni”(ad esempio, naturopata).
Ma questo aspetto della professione, che identifica il farmacista quale “prezioso consigliere”, può riguardare altre aree assistenziali. L’attività del counselling va oltre le richieste introdotte dalla normativa sulla Farmacia dei servizi, in quanto, da un punto di vista etico, coinvolge nel precipuo esercizio della professione, il farmacista, il quale, opportunamente formato, può instaurare una profonda relazione con il paziente offrendo il giusto conforto e l’indispensabile comprensione attraverso una comunicazione chiara e trasparente.
In ambito sanitario, infatti, la comunicazione ha un ruolo rilevante nella relazione tra professionisti e cittadini non solo per il dovere di rispettare il diritto all’informazione ma anche per promuovere l’empowerment e consentire alle persone di acquisire un maggiore controllo sulle azioni che riguardano la propria salute.
La responsabilità della comunicazione deve essere fatta propria da ogni operatore sanitario andando oltre il ricorso indifferenziato a domande, moduli, spiegazioni, istruzioni che possono, talvolta, rendere inefficace la comunicazione ed aumentare il rischio di errori.
Oltre la comunicazione con il paziente, la comunicazione inter e intra-professionale è la base dell’integrazione tra professionisti e prerequisito per la sicurezza e la continuità delle cure poiché è trasversale a tutte le prestazioni e alle transizioni che riguardano i processi di presa in carico e di cura delle persone assistite.
La collaborazione tra medici, farmacisti e infermieri, supportata da una buona comunicazione, è di notevole importanza per la corretta gestione della terapia farmacologica e per la prevenzione degli errori. Il farmacista, nel rispetto della privacy, può essere messo a conoscenza, da parte del medico curante, dei problemi di salute del paziente per consentirgli di informare ed assistere la persona nella maniera più adeguata al suo bisogno di salute.
È necessario, inoltre, che l’attività di informazione ed educazione sanitaria su tematiche specifiche sia concordata tra professionisti che lavorano in ambito ospedaliero e territoriale nonché associazioni di volontariato al fine di poter “educare”, nel rispetto delle specifiche competenze, il paziente usando un linguaggio univoco, semplice e chiaro.
Bisogna tenere in grande considerazione, come sistema/strumento di comunicazione Ospedale-Territorio, la sanità elettronica (in rapida diffusione grazie all’innovazione tecnologica) che contribuisce notevolmente al miglioramento della qualità dei servizi, all’ottimizzazione delle risorse e al monitoraggio dello stato di salute del paziente. La Telesalute, tramite il Telemonitoraggio risulta particolarmente utile alla medicina del territorio nella gestione della cronicità: lo scambio di dati tra il paziente (a casa, in farmacia, in strutture assistenziali dedicate) e una postazione di monitoraggio, aiuta non solo alla interpretazione dei dati, ma anche a supportare i programmi di gestione della terapia farmacologica e a migliorare l’informazione e la formazione del paziente: la realizzazione di una rete consentirà di migliorare l’accesso ad un’adeguata assistenza farmaceutica.
Sempre nell’ambito della sanità elettronica si stanno sperimentando servizi dovuti ad ulteriori applicazioni della Telemedicina, tra cui i “servizi di Telefarmacia” particolarmente utili nelle zone disagiate e rurali e per le patologie croniche; tali servizi saranno rafforzati dalla possibilità di utilizzare la ricetta elettronica e il Fascicolo Elettronico Sanitario (FSE) con il dossier farmaceutico del paziente.
Altri elementi di particolare importanza per la nuova farmacia afferiscono sia alla gestione e compartecipazione con altri operatori sanitari alla realizzazione dell’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) e alla gestione delle patologie croniche (secondo lo spirito della Legge 69/2009 e i successivi decreti attuativi), sia alla gestione del rischio clinico e alla promozione della sicurezza delle cure. Proprio su questo ultimo aspetto il farmacista riveste un ruolo privilegiato nell’intercettare e venire a conoscenza di errori in terapia e, pertanto, sarà strategico il suo coinvolgimento nelle iniziative di formazione e informazione sui sistemi di segnalazione nonché nei gruppi di analisi degli eventi avversi da farmaci sia a livello locale che regionale.
Ma per diffondere e rendere facilmente operativi gli strumenti di gestione del rischio clinico, i Corsi di Laurea dovranno prevedere programmi specifici in collaborazione con il Ministero della Salute, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, gli Ordini e i Collegi professionali, le Società scientifiche. Per acquisire queste nuove competenze, occorre considerare l’opportunità per i farmacisti di inserire nei percorsi formativi tematiche legate alla prevenzione e agli aspetti di patologia medica per malattie di largo impatto sociale e di grande prevalenza nella popolazione, nonché perfezionare la formazione con percorsi specifici di counselling.
Infine, sarebbe efficace favorire una fluida e costante interazione professionale tra farmacisti di comunità e farmacisti ospedalieri e territoriali con scambio di informazioni su specifiche tematiche e collaborare sulla implementazione delle raccomandazioni ministeriali.
Il Manuale, presentato il 20 giugno 2014 presso il Ministero della salute, vuole essere uno strumento di lavoro per tutti i professionisti del Territorio e dell’Ospedale per la prevenzione degli errori in terapia. Tale comunione di intenti risulterà fondamentale in quanto la multidisciplinarietà e la multiprofessionalità garantiscono percorsi di cura di alto livello a garanzia dell’effettiva erogazione dei LEA. Proprio per il suo valore intrinseco il Manuale sarà la base per un corso di formazione comune a farmacisti, medici e infermieri. Ne è prevista l’implementazione tramite la stesura di schede monotematiche elaborate dal gruppo ad hoc istituito presso la Direzione Generale della Programmazione sanitaria del Ministero della Salute.
Anche nel Congresso Nazionale SIFO 2014 è stata data ampia visibilità all’importanza del Manuale per la sicurezza delle cure all’interno della sessione parallela riferita alla gestione del rischio clinico.